In questo articolo viene messa in risalto come l’iniziativa d’amore di Dio, che è all’origine dell’esperienza di vita consacrata viene percepita dall’individuo come un appello, un invito che attiva e coinvolge tutte le dimensioni della personalità.
In questo articolo viene messa in risalto come l’iniziativa d’amore di Dio, che è all’origine dell’esperienza di vita consacrata viene percepita dall’individuo come un appello, un invito che attiva e coinvolge tutte le dimensioni della personalità.
L’accompagnamento spirituale può essere inteso come un servizio d’ascolto e come una relazione d’aiuto che ha lo scopo di orientare ai valori, aiutare l’accompagnato a fare ordine nella propria mente e nella propria esperienza di vita.
L’idea di “accompagnamento ” nella Sacra Scrittura è presente ovunque. È presente nella chiamata ad esistere, è presente nella chiamata ad un progetto in vista di una missione. Ma questa nozione è sempre legata alla fede di un Dio che parla e interagisce con l’uomo o con
l’intero popolo. Dio si manifesta ad Abramo e, dopo che questi ha riconosciuto colui che Io chiama ad esistere, lo accompagna fino a stabilire un’alleanza in vista di un progetto-missione.
È lecito affrontare il tema della preghiera da un punto di vista psicoanalitico? Quale può essere il senso e l’utilità di questo approccio ai fini della vita spirituale? Abbiamo indagato questi problemi con l’aiuto di due saggi di Vittorio Luigi Castellazzi, sacerdote, psicologo clinico, psicoterapeuta e professore nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana.
In ambito cristiano l’esercizio della “direzione spirituale” è iniziato con la formazione dei monaci ma è divenuta un’istanza centrale per chiunque decida di intraprendere un cammino di crescita spirituale. Anche all’alba del terzo millennio si sente il bisogno di una paternità spirituale: in particolare tra i giovani, i quali vanno in cerca di maestri, di padri e madri nello Spirito per essere aiutati ad affrontare un cammino di fede non illusorio tra i flutti e gli scogli, le nebbie e le confusioni della postmodernità. Questo quaderno presenta una serie di riflessioni sull’accompagnamento in prospettiva salesiana. Sono voci, prospettive ed esperienze diverse, non esaustive certamente, ma animate dall’unica ambizione di stimolare la riflessione e il confronto.
Fonti del lavoro elaborato da don F. Rodriguez sono le riflessioni personali sui dati raccolti in occasione delle visite della Regione Ovest sul tema della povertà religiosa salesiana; i documenti ecclesiali e salesiani; e, infine, i risultati di una inchiesta. Continue reading “Félix Dominguez,Filiberto Rodriguez – “Il vissuto della povertà religiosa e salesiana nell’Europa dell’Ovest, oggi” in “Colloqui sulla vita salesiana, 19””
L’amore dei nostri fondatori per la gioventù più povera deriva precisamente dall’intuizione profonda del fatto che l’indigenza materiale minaccia lo sviluppo della persona nel suo essere integrale, ostacolando non solo l’evoluzione fisica, ma anche quella psico-sociale e morale-religiosa. Continue reading “Gertrud Stickler – “Povertà, indigenza o beatitudine? Approccio psicologico” in “Colloqui sulla vita salesiana, 19””
Il sacerdote salesiano Adolf Heimler è professore di psicologia, di terapia analitica e di antropologia alla Hochschule di Benediktbeuern, membro della Deutsche Gesellschaft fiir Psychanalyse, Psychosomatik und Tiefenpsychologie.
La relazione di Luciano Cian su « Le critiche mosse alla direzione spirituale salesiana dalla psicologia contemporanea » sviluppò alcune delle difficoltà incontrate.
I problemi del sorgere e del maturare delle vocazioni salesiane dei differenti gruppi emersero il secondo giorno con la relazione di Severino De Pieri. Questa relazione su gli « Aspetti psicologici della vocazione salesiana » portò il punto di vista dello psicologo.
I santi sono, senza dubbio, personalità particolarmente dotate e ricche di qualità umane. Si giustifica pertanto, anzi può essere utile, uno studio che osservi le condizioni umane della loro crescita e che evidenzi come il discernimento religioso si fondi su quello umano, che lo sostiene e dirige, e come, d’altra parte, il desiderio religioso acutizzi l’intelligenza e la conseguente comprensione della realtà, conferendo alla persona in questione creatività e saggezza di vita e spesso anche una particolare capacità di penetrazione del proprio intimo, degli altri e delle situazioni.
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