Giorgio Chiosso – “Don Bosco and the Oratory (1841-1855)” in “Don Bosco’s place in history”

This essay traces the birth and development of the Oratory, the first educational enterprise created by Don Bosco in Turin. The main objective of the Oratory was to welcome and take care of young people, especially those “abandoned and at risk”, so that they could save their souls and make them honest citizens.                   

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Guy Avanzini – Don Bosco’s pedagogy in the context of the 19th century in «Don Bosco’s place in history»

The author of the essay noted how in France Don Bosco is not mentioned (except for the French Salesian Desramaut who conducted in-depth studies on the Saint) among the great names of those who made the history of pedagogy. The young people Don Bosco helped were poor and abandoned, misfits. The Preventive System approach that contrasted the repressive system used in those days, undoubtedly revolutionized the field of education.

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Jozef Heriban – Lo stile pastorale salesiano alla luce dell’insegnamento e della prassi apostolica di san Paolo. Quaderni di spiritualità salesiana 7

 

Indice:

  • Lo Spirito salesiano
  • Il Cristo, Buon pastore, modello dello spirito salesiano
  • Paolo, imitatore autentico del Cristo Buon Pastore
  • Principio metodologico ed ermeneutico
  • 2. Il profilo spirituale di Paolo
    •  Una figura poliedrica
    • Le competenti del ritratto spirituale di Paolo
    • L’importanza di paolo nella storia del cristianesimo
  • 3. Il metodo pastorale di Paolo
    • Il metodo fondato sull’annuncio del vangelo
    • La testimonianza di vita
    • Le dimensioni dell’attività pastorale di Paolo
    • La crescita e la maturazione cristiana
  • 4. Lo stile pastorale di Paolo
    • L’esistenza per gli altri
    • La parrhesia
    • L’uomo di preghiera
    • L’attività pastorale in collaborazione
    • L’essere tutto per tutti
    • L’apertura e docilità allo Spirito
    • L’educazione e formazione dei credenti
    • La fede come sorgente della vera gioia
  • 5. Conclusione

Periodo di riferimento: 1986 – 1987

J. Heriban, Lo stile pastorale salesiano alla luce dell’insegnamento e della prassi apostolica di san Paolo, in «Quaderni di spiritualità salesiana 7», Roma, 1992, 21-34.

Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana
Università Pontificia Salesiana

Miguel Rodriguez – “Il discorso del buon pastore. Esposizione biblio-teologica e applicazione salesiana alla luce delle Costituzioni” in “Quaderni di spiritualità salesiana 7”

Il presente elaborato vuole essere una presentazione dei contenuti biblico- pastorali di Gv 10 e della sua proiezione nelle Costituzioni salesiane.

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Carlo Nanni – Destinazione educativa, convinzioni pedagogiche e idea di educazione: lettura pedagogica della “Vita”.Domenico Savio raccontato da don Bosco: riflessioni sulla Vita. Atti del Simposio

Leggerò la Vita del giovanetto Savio Domenico scritta da don Bosco in linea con quelli che mi sembrano i modi prevalenti della coscienza pedagogica contemporanea (attenta ai diritti umani, ad interventi che promuovano il diritto di tutti e ciascuno all’apprendimento per tutta la vita in vista di una esistenza e di uno sviluppo umanamente degno; e che opera a livello di educazione formale, non formale e informale, ricercando l’integrazione tra scuola, famiglia, sistema della comunicazione sociale e vita sociale nella sua globalità).

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Michele Novelli – Educare i giovani attraverso la formula del “teatrino” di Don Bosco- “Il teatro dei giovani” nel secondo dopoguerra

Il prefiggersi di mostrare quante generazioni di Italiani sono state educate dai salesiani di don Bosco, attraverso lo strumento del “Teatrino”, è impresa ardua, quanto impossibile e non certo adeguata al ristretto spazio concesso a questo studio, che tuttavia vuole essere piuttosto un lavoro redazionale, dal momento che attinge fedelmente alla rivista “Il Teatro dei Giovani – Letture Drammatiche” sotto la direzione di don Marco Bongioanni. Il limite va ricercato, quindi, in un periodo ben preciso (inizi anni ‘50) e ad una fonte ben identificata.

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Pietro Braido – Compiti e responsabilità della scuola secondo Antonio Rosmini

In questo breve articolo viene presentata la concezione personalistica e integrale della scuola secondo Antonio Rosmini . Fini, orientamenti e metodi devono tener conto dell’integrità personale dell’alunno, che non è puro spirito né sola individualità fisica, ma unità sostanziale di spirito e di corpo, « un oggetto animale, intellettivo e volitivo.

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Aldo Giraudo,Cosimo Semeraro,Fabio Attard,Giorgio Zevini,Jesús Manuel García,Juan Picca,Morand Wirth,Octavio R. Balderas,Rafael Vicent – Accompagnare, tra educazione, formazione e spiritualità

Quando parliamo di accompagnamento o di direzione spirituale, ci ricolleghiamo a un’esperienza che nella storia si è espressa in forme molto ricche, articolate e varie. Nell’ambito cristiano l’esercizio sistematico della “direzione spirituale” è iniziato – come sembra – con la vita anacoretica e cenobitica. I primi monaci, quando non esistevano istituzioni e strutture formative, avviavano alla vita monastica e formavano i neofiti affidandoli all’autorità morale e spirituale di un monaco riuscito, riconosciuto come “padre spirituale”. In questo contesto l’accompagnamento spirituale supponeva un rapporto interpersonale ricco e profondo. Un rapporto di paternità spirituale come partecipazione alla paternità di Dio. Anche se la “direzione spirituale” è nata in ragione della formazione dei monaci, non si è ridotta ad essa. Vi sono stati, fin dal principio, cristiani assetati di Dio che andavano dai monaci a chiedere luce. Soprattutto nel Medioevo, con la fondazione degli Ordini mendicanti e dei Terz’ordini, la direzione spirituale si estese ai laici.

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Pietro Braido – L’anima dell’educatore

In questa breve introduzione della rivista «Orientamenti Pedagogici» si delinea una caratteristica fondamentale e costitutiva dell’«anima» dell’educatore. Anche il pedagogista ed educatore, Kerschensteiner, lo pone in primo piano, primo nell’ordine logico e nell’ordine ontologico tra tutti i caratteri accennati, quale condizione di tutti gli altri, e cioè la dedizione agli alunni, quella che Don Bosco chiamerebbe la «consacrazione» ai giovani («il direttore deve essere tutto consacrato a’ suoi educandi).

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