Don Pietro Ricaldone comunica altre notizie dolorose. Oltre al caro Oratorio, nuovamente lesionato in successive incursioni, venivano gravemente danneggiate le scuole di S. Paolo di La Spezia, la monumentale chiesa di S. Agostino e gran parte della casa e dell’Oratorio festivo di Milano, la casa e chiesa di Terni e di Caserta; meno gravemente l’Istituto Pio XI e il Noviziato del Mandrione a Roma, la casa di Livorno, gli Oratori festivi di Monte Rosa, di S. Luigi e di S. Paolo di Torino, ove restava anche intaccata l’artistica chiesa di S. Giovanni Evangelista. Come già raccomandò, si faccia di tutto per mantenere in vita, anche se ridotte o spezzettate, le opere nostre, trasformandole in caso necessario in nuove iniziative a favore del popolo e sempre della gioventù più bisognosa. LETTERA AI DIRETTORI DEGLI STUDENTATI SPECIALMENTE FILOSOFICI.
- RINGRAZIAMENTO: “Prima sento il dovere di rivolgere a voi e ai vostri zelanti collaboratori una parola di ringraziamento per il grande spirito di comprensione, adattamento e sacrificio di cui tutti deste prova, in mirabile unione di sentimenti e di operosità con i carissimi vostri alunni, nelle difficili circostanze dell’ora presente”.
- VIVE PREOCCUPAZIONI: “Dopo di ciò non vi posso nascondere che da qualche tempo io sono, più che preoccupato, veramente atterrito di fronte alle aberrazioni di pensiero e di linguaggio, specialmente filosofico, di cui debbono, per ragione di studio, occuparsi sacerdoti e chierici dei nostri Studentati e particolarmente quelli che frequentano le facoltà filosofiche degli Atenei ecclesiastici e civili.”
- LE LETTURE: “E ciò potrebbe anche avverarsi attraverso manifestazioni di mal intesa condiscendenza o di colpevole debolezza da parte di qualche Superiore o Professore riguardo alle letture degli alunni. Su questo terreno tanto sdrucciolevole non si deve considerare attestato di fiducia verso un determinato individuo ciò che, all’incontro, può costituire un atto di crudeltà contro di nesso, e tale da causare forse la morte spirituale di qualche nostro figliuolo o fratello.”
- LE TESI DI LAUREA: “Soprattutto quando si tratti di fissare o preparare tesi di laurea è doveroso raddoppiare le cautele e la vigilanza. Piuttosto che esporre un chierico o un giovane sacerdote anche al solo pericolo di infezione intellettuale o morale è preferibile scegliere un’altra tesi. I Professori delle nostre Facoltà meditino spesso davanti a Dio la loro tremenda responsabilità per ciò che riguarda l’insegnamento ed anche gli argomenti delle tesi.”
- BIBLIOTECHE: “È superfluo aggiungere che i pericoli sono ben più gravi quando si tratti di permettere ai nostri chierici di recarsi a compulsare libri e riviste, oltreché nelle nostre biblioteche, in quelle esterne. In simili casi — e specialmente riguardo alle biblioteche esterne — il controllo sia tale da prevenire dannosi contatti di opere o persone, che possano comecchessia recare nocumento alle anime che ci sono affidate.”
- CONFERENZE: “Pericoli non meno gravi potrebbero incontrare i nostri chierici, recandosi a tornate o conferenze di studiosi di dubbia ortodossia. Anzi, anche quando si tratti di oratori sicuri, giova riflettere se i temi che verranno svolti convengano o meno al nostro personale e se siano consoni alla genuina purezza delle nostre tradizioni di pensiero e di linguaggio.”
- LIBRI PROIBITI: “E poiché abbiamo parlato delle letture, credo conveniente aggiungere, sia pure di sfuggita, un cenno circa i libri proibiti. Tutti conoscete la dottrina, le leggi e la prassi della Chiesa, come pure le nostre tradizioni a questo riguardo. Ai lazzaretti e ai campi d’infezione sono inviati solo medici specialisti e un personale scelto e preparato con le maggiori cautele. Permettere che un estraneo entri nel lazzaretto o che un contagioso ne esca senza i dovuti riguardi è delitto punito dalla legge, perchè l’imprudenza di uno solo può determinare una epidemia che semini la morte in una intiera regione.”
- PERICOLI PER IL PERSONALE IN FORMAZIONE: “Ma il deprecato orientamento di pensiero e di linguaggio, oltre ai danni già accennati, potrebbe anche minare e intaccare man mano la tradizionale formazione dei nostri chierici con deviazioni e risultanze pratiche perniciose. Gli alunni dei nostri Studentati filosofici, ed anche generalmente quelli che vengono inviati alle Facoltà filosofiche, non hanno ancor raggiunta la loro completa formazione religiosa e mancano affatto di quella teologica. In tali condizioni è da temere assai ch’essi possano cadere vittime di una pericolosa enfiagione intellettuale e linguistica, gonfiandosi alla lor volta fino a persuadersi di essere qualcosa di più, per levatura mentale, della comune dei confratelli con i quali sono chiamati a convivere.”
- PREVENIRE POSSIBILI INFILTRAZIONI: “Fortunatamente l’amata nostra Congregazione non deve finora lamentare le suddeprecate deviazioni; ma poichè l’audacia del nemico non è inferiore alla sua astuzia, fa d’uopo vigilare solertemente allo scopo di prevenire e frustrare possibili attacchi. Nella nostra Società, e specialmente nei nostri Studentati, il pensiero filosofico e teologico sia soprattutto e anzitutto tomistico e pienamente ortodosso. Il linguaggio sia quello tradizionale: sicuro, piano, definito. In tal modo sarà facile individuare i sofismi, anche se mascherati da parole ed espressioni altisonanti, e metterli a nudo di fronte alle nostre formule inconcusse e sicure, evitando così gli effetti disgregativi della moderna confusione babilonica.”
- FORMAZIONE FONDAMENTALE: “Non si ripeterà mai troppo nei nostri Studentati che la prima e più importante formazione è quella religiosa e morale: è su di questa che dovrà appoggiarsi ogni ulteriore costruzione intellettuale e pedagogica. Guai se ci venisse a mancare il religioso esemplare! Non ci rimarrebbe che il supposto intellettuale, tumoroso e superbo. In fatto di formazione poi si segua la tradizionale via maestra tracciataci da San Giovanni Bosco: discostarsene anche di poco è voler andare a sicura rovina. Il novitates devita di San Paolo e il non aprire l’adito al prurito di riforma di San Giovanni Bosco siano il nostro programma cristiano e salesiano.”
- DIREZIONE RELIGIOSA E SALESIANA: “Premetto che, nel concetto genuino di Don Bosco, presso di noi, la direzione religiosa e salesiana dei confratelli è affidata al Direttore della casa. Il Confessore compie il suo ufficio nel confessionale: egli perciò non deve ricevere i giovani in camera, nè per confessarli, nè per dirigerli; e neppure può ricevere i confratelli per ascoltarne il rendiconto. Questo lo si fa solo al Direttore.”
- QUALITÀ DELLA NOSTRA FORMAZIONE: “Detto ciò, aggiungo, sempre con lo stesso intendimento chiarificatore, che la nostra formazione non dev’essere esosa, appesantita da ragionamenti prolissi, da scaramucce dialettiche, le quali potrebbero anche esaurire fino alla spossatezza, ma non convincere, chi va in cerca di una parola paterna e di fede che gli ridia serenità e conforto. La formazione salesiana all’incontro è tutta fatta di semplicità, pervasa di spirito di famiglia, di buon senso, di equilibrio; di poche parole, chiare, pratiche, le quali, mentre rasserenano l’intelligenza, portano soprattutto conforto al cuore, vigore alla volontà, direttive definite e slancio a quella operosità incessante a favore delle anime, che costituisce la caratteristica della missione salesiana.”
- FEDE, MOLTA FEDE: “Tocca al Superiore ricordare spesso che, quando si è nel campo spirituale, bisogna agire soprannaturalmente. Guai! se, nel momento delicato in cui il Direttore rappresenta più direttamente Iddio e anche il nostro Padre S. Giovanni Bosco, vi fosse chi erroneamente pensasse che, anziché piegarsi a ricevere direttive, egli debba arrotare il filo delle sue argomentazioni e apprestarsi a discutere: quasicchè il risultato di un buon rendiconto sia poi, alla fin fine, la vittoria di chi abbia saputo meglio destreggiarsi nel maneggio del raziocinio. Ciò vorrebbe dire ridurre a un mucchio di macerie tutto l’edificio della fede e della vita religiosa.”
- RICERCATEZZE E SENTIMENTALISMO: “Devo ancora aggiungere che, nella semplice ma robusta cornice della nostra formazione, ci stanno a disagio certe ricercatezze ed elucubrazioni di una ascetica, che ben potremmo chiamare evanescente, perchè scambia le esuberanze, o meglio le intemperanze, della fantasia eccitata dall’orgoglio per ascensioni o conquiste mistiche. Così pure dobbiamo reputare nefasto alla nostra formazione quel sentimentalismo a volte morboso che si appella costantemente e mollemente al cuore, all’amore, al sentimento. Questa china è pericolosa assai e molti potrebbe condurre a irreparabile rovina. Il nostro Santo Fondatore ci ha parlato soprattutto della volontà e ci ha indicato con quali mezzi, o meglio con quali sforzi, e con quanta generosità e tenacia di sacrifizi, di mortificazioni, di eroismi, la si debba educare e irrobustire.”
- PREPARIAMO IL PERSONALE ALLA VITA DELLE CASE: “Giova anche ricordare frequentemente che la vita che si svolge negli Istituti di formazione non è e non dev’essere qualche cosa di estraneo o di meno aderente alla vita delle case, ma la vera preparazione ad essa. Si cerchi pertanto, soprattutto quando si tratta dei punti fondamentali della vita religiosa, quale ad esempio la direzione salesiana attraverso il rendiconto, di non adusare i nostri chierici ad abitudini e forme meno conformi alle tradizioni di Don Bosco Santo e dei suoi Successori, nè s’introducano modalità che non possano poi essere continuate nelle case; perchè in tal modo, oltre a creare pretese e disagi nella vita di comunità, si comprometterebbe il sereno svolgersi del nostro andamento tradizionale con grave danno dello spirito e delle vocazioni.”
- LA PREDICAZIONE TRADIZIONALE: “Si tratta di una deviazione, a spunto cosiddetto intellettualistico, che andrebbe a intaccare direttamente e gravemente la sostanza e la forma tradizionale della nostra predicazione.”
- FUNESTO SBAGLIO: “I nostri bravi predicatori ascoltino gli ammonimenti di S. Paolo ed evitino ad ogni costo di essere tympanum tinniens per alcuni che forse sono prurientes auribus. Soprattutto poi non commettano lo sbaglio di pensare che i sacerdoti più colti si rechino agli Esercizi Spirituali per ascoltare prediche e conferenze, nelle quali si faccia sfoggio di letteratura, di erudizione, di scienza. Appunto perchè detti sacerdoti hanno una più vasta e soda cultura, sanno fare la dovuta e d’altronde elementare distinzione tra scuola, accademia, tornata letteraria ed Esercizi Spirituali.”
- AVVISO AI PREDICATORI: “Cómpito dei predicatori pertanto è di collocare i loro uditori di fronte alle grandi verità del fine dell’uomo, del religioso, del salesiano; del peccato mortale e veniale; della morte del giusto e del peccatore; del giudizio particolare ed universale; dell’eternità, dell’inferno, del purgatorio, del paradiso; della Vita e Passione di Nostro Signor Gesù Cristo, della misericordia divina, della bontà materna di Maria Ausiliatrice. I predicatori, anziché distrarre gli esercitanti con temi che esulino dalle nostre tradizioni, od anche con eleganze e ricercatezze fuor di luogo, oppure con citazioni di libri e autori, e specialmente di scrittori pagani e profani che in chiesa e nella composta atmosfera del ritiro sono una vera stonatura, parlino il linguaggio piano, chiaro, corretto, caldo di zelo, saturo di bontà, di cui ci ha lasciato così ricca eredità il nostro Santo Fondatore.”
- SEGUIAMO LE SODE E CHIARE TRADIZIONI PATERNE: “Prima di por termine a questa lettera mi preme aggiungere ancora una volta che, per rendere veramente fecondo il lavoro formativo che si compie nelle case di formazione, è assolutamente necessario seguire in tutto e sempre le vie tracciate da S. Giovanni Bosco, allontanando dalla nostra mensa spirituale anche certi intingoli e manicaretti di una certa ascetica farfalleggiante che, se possono solleticare il gusto, rovinano però il palato e lo stomaco. Nutriamo le anime nostre e quelle dei nostri carissimi figliuoli con alimenti sodi e sostanziosi, anche se di fattura casalinga: Don Bosco Santo ci ha abituati e nutriti così.”
Periodo di riferimento: 1943
P. Ricaldone, I. Lettera ai Direttori degli Studentati specialmente filosofici – Notizie di famiglia – Norme per il nuovo anno scolastico. II. Ai Direttori degli Studentati specialmente filosofici – Ringraziamento – Vive preoccupazioni – Le letture – Le tesi di laurea – Le biblioteche – Conferenze – I libri proibiti – Pericoli per il personale in formazione – Prevenire possibili infiltrazioni – La formazione fondamentale – Direzione religiosa e salesiana – Qualità della nostra formazione – Fede, molta fede! – Ricercatezze e sentimentalismo – Prepariamo il personale alla vita della casa – La predicazione tradizionale – Funesto sbaglio – Avviso ai Predicatori – Seguiamo le sode e chiare tradizioni paterne, in «Atti del Capitolo Superiore» 23 (1943) 118, 250-264.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB