Pietro Braido – Dei doveri e dei diritti degli educatori: la famiglia

Nel noto romanzo di Gilbert Cesbron «Cani perduti senza collare», l’avvocato Darrier, il protettore della gioventù abbandonata, dice: «Bisogna che il Tribunale sappia bene che i ragazzi non vivono soltanto di nutrimento e di aria buona; e — per sgradito che ciò possa sembrare — le durezze d’una madre mancano loro più delle tenerezze di un’assistente. Bisogna che il Tribunale sappia che i ragazzi muoiono d’amore. Ora, vi chiedo di rendere questo alla sua famiglia. Un fatto nuovo? Eccolo, signor Procuratore: si è trovato per i Forgeot un alloggio decente; Marco e suo fratello, ormai avranno la loro camera…

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Pietro Braido – F. Aporti e “la grande causa della educazione primitiva del popolo”

Utilizzando la vasta bibliografia esistente, si andrà ad individuare l’idea dominante, il motivo conduttore, della vita e dell’azione di Ferrante Aporti: la vocazione popolare, la dedizione alla causa degli umili, dei poveri e soprattutto dei più fragili e indifesi tra i poveri: i fanciulli, senza esclusivismi, naturalmente, poiché anche i ricchi sarebbero riusciti umanamente e religiosamente più poveri dei poveri, se non fossero stati coinvolti in un’impresa dal più ovvio significato cristiano, umano, sociale; una scelta che si riallaccia non a vaghe istanze filantropiche e sociali, ma alla precisa vocazione cristiana e sacerdotale e alle sue radicali esigenze evangeliche.

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Pietro Braido – «Poveri e abbandonati, pericolanti e pericolosi»: pedagogia, assistenza, socialità nell’«esperienza preventiva» di don Bosco

Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale.
Il primo risale agli anni ’50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani»,
Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su
una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ’50. Alcuni dei frequentanti si erano sentiti offesi «nell’onore» perché, a loro parere, don Bosco aveva dato loro «del vagabondo e del ladro nei pubblici fogli»: su di essi, infatti, aveva diffuso una circolare per una lotteria «a favore di tanti poveri giovani raccolti nell’Oratorio che andavano vagabondi per le vie e piazze della Città», senza tener conto «che frammezzo a questi vagabondi v’erano anche degli onesti
giovani appartenenti a buone ed agiate famiglie». Tutto potrebbe indurre a un rinnovato approfondimento storico e teorico del «sistema», non offuscato da attuazioni elitarie o «idealizzate». Don Bosco non parte da giovani «selezionati» né arriva ad essi. La sua «esperienza preventiva» tende a diventare «sistema» universale di assistenza, educazione e socializzazione, così com’è stata vista dalla generalità degli osservatori, ammiratori, collaboratori, «cooperatori», biografi. Dalla considerazione dei «giovani più poveri» e
«più pericolanti» egli passa ben presto alla constatazione e alla persuasione che
tutti i giovani in quanto tali, non adulti, non autonomi, dipendenti, in certo senso
«in balia» della società (o privi di «società civile», i «selvaggi»), sono in qualche
modo potenzialmente «abbandonati» e «pericolanti».

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Pietro Braido – Don Bosco per i giovani: l’ « oratorio » una « congregazione degli oratori »

Piccole vicende, a un certo punto del tutto ovvie, hanno portato don Bosco a fermarsi a Torino, prete proveniente dalla campagna, perfettamente acclimatato col mondo della città. Erano stati ardui, al paese, i primi passi segnati dalle concrete difficoltà di studiare e seguire la vocazione ecclesiastica. Decisiva fu la scelta operata alla fine della sua formazione clericale, nel 1844. In teoria avrebbe potuto optare di nuovo per l’universo di origine, ritornare alle « radici » familiari, ambientali, culturali, come semplice potenziale « curato di campagna ». Ma in pratica le esperienze degli anni 1841-1844 lo avevano già preorientato in una certa direzione: l’occuparsi di ragazzi con particolari problemi morali e religiosi, diversi da quelli finora incontrati nelle sue terre e nella cittadina della sua formazione studentesca e seminaristica, la quieta Chieri, tradizionale, quasi « monacale ».

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Pietro Braido – Don Bosco educatore delle moltitudini

 

La singolarità della «presenza» di don Bosco nel mondo sembra un fatto incontestabile, scandito, a partire dal 31 gennaio 1888, da alcune date salienti: la morte (1888), la dichiarazione di venerabilità (1907), il centenario della nascita (1815), la beatificazione (1929), la canonizzazione (1934), il centenario della morte. Parallelamente, con lo sviluppo delle sue opere e la diffusione delle biografie, si sono succeduti i tentativi di esposizione organica e di approfondimento del «sistema» o «metodo» educativo, da lui in qualche modo ufficializzato nel 1877 con la pubblicazione delle pagine sul sistema preventivo nella educazione della gioventù. Sembra ragionevole ricercare e approfondire ciò che di valido egli ha attinto da una tradizione secolare, che è bene comune di tutti; accogliere quel tanto di originale, di nuovo, che egli offre alla comunità ecclesiale e civile; e accettare coraggiosamente anche l’invito al superamento che è insito nell’intera sua esperienza di vita. La ripetuta esortazione a operare secondo «i bisogni dei tempi» potrà apparire generica, ma, accolta con intelligenza e confrontata con la quotidiana realtà in movimento, può tradursi in programmi vitali e tempestivi.

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Capitolo Generale XXVIII Salesiani di Don Bosco – “What kind of Salesians for the youth of today?”. Post-chapter reflection

The document that now reaches all confreres through this publication is subtitled “Post-Chapter reflection” and not “Chapter documents”, as has customarily been the case in the past. This is because the Chapter Assembly did not arrive at the point of final approval of the text by vote. Only a few Chapter deliberations, especially those of a legal nature, saw the light of day during the first four weeks of our work. Continue reading “Capitolo Generale XXVIII Salesiani di Don Bosco – “What kind of Salesians for the youth of today?”. Post-chapter reflection”

Capitolo Generale XXVI Salesiani di Don Bosco – «Da mihi animas, cetera tolle»: documents of the General Chapter XXVI of the society of Saint Francis of Sales

The publication of the Acts, with the documents that form part of them, makes the decisions taken official policy, and marks the starting point of the six-year period 2008 – 2014.

The theme of the GC26 is a single one even though it is set out in key issues. At first sight it might seem that the GC26 dealt with five different questions; in realty it is just the one theme: Don Bosco’s programme of spiritual and apostolic life. The motto “Da mihi animas, cetera tolle” can be fully understood from a knowledge of the life and work of our beloved Father and Founder Don Bosco. Continue reading “Capitolo Generale XXVI Salesiani di Don Bosco – «Da mihi animas, cetera tolle»: documents of the General Chapter XXVI of the society of Saint Francis of Sales”

John Rozario Lourdusamy – The spiritual profile of Don Bosco emerging from the collection of his letters

Through our efforts at providing a summary of the essential aspects of the person of Don Bosco emerging from the huge collection of his letters, we have pointed out the dominant characteristics we can perceive in them. In stating that three relationships, namely, the relationship with God, with neighbour, and with oneself constitute the spiritual profile of an individual, we have tried to show how true they are for Don Bosco. Continue reading “John Rozario Lourdusamy – The spiritual profile of Don Bosco emerging from the collection of his letters”

Anthony Nguyen – God as father and Don Bosco as father

Don Bosco is a saint who is honored as the “father and teacher” of the youth. However, we may be curious to ask ourselves: In what sense do we understand the term “father” as it is attributed or applied to Don Bosco? Surely, it is not in “biological” sense of the word. But it is not simply in spiritual sense because Don Bosco did not only provide spiritual nourishment (heaven) to the young, but also “work and bread” (something for bodily/biological needs). Continue reading “Anthony Nguyen – God as father and Don Bosco as father”

Savio Hon – Back to Don Bosco: Da mihi Animas Response of Fr. Savio Hon Don Bosco Hall, Berkeley, Symposium July 20, 2007.

The article of Fr. Arthur Lenti is very well documented, succinct, and concise. In my response, I would like to focus on two points. One is to appreciate the sapiential dimension of the motto that has permeated all aspects of the life of Don Bosco and the Salesian Family. Another is to call to mind the inter-cultural aspect which deserves more of our attention nowadays. Continue reading “Savio Hon – Back to Don Bosco: Da mihi Animas Response of Fr. Savio Hon Don Bosco Hall, Berkeley, Symposium July 20, 2007.”

Jan Pietrzykowski – “L’arcivescovo Antoni Baraniak: salesiano zelante, vescovo indomito” in “Ricerche Storiche Salesiane”

Dagli esempi elencati si può concludere che l’arcivescovo Baraniak, fino alla fine della sua vita, si sentì un salesiano e molte volte ci diede prova di questo.

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