Il colloquio di Salzburg del 1978 riflette sulle sfide della pastorale giovanile e dell’educazione nell’ambito della Famiglia Salesiana.
Il colloquio di Salzburg del 1978 riflette sulle sfide della pastorale giovanile e dell’educazione nell’ambito della Famiglia Salesiana.
Questo articolo prende spunto da uno studio recente sull’evoluzione della religione nella società contemporanea, concentrandosi sul capitolo intitolato “La trasfunzionalizzazione come alternativa alla secolarizzazione”.
C’è chi ironizza che oggi assistiamo alla nascita della religione digitale. In quanto nel passato ancora non molto distante, il primo e l’ultimo atto della giornata era la preghiera, anche se solo un semplice Padre Nostro, oggi molte persone prima di addormentarsi e subito dopo aversi svegliate guardano il cellulare e le reti sociali.
Nella presente riflessione vorrei analizzare il rapporto tra il principio della religione e la metodologia educativa salesiana. Come modello di riferimento prenderò due filoni diversi di mentalità preventiva che si collocano in periodi storici diversi sintonizzati con gli sviluppi dell’educazione salesiana.
Il sistema preventivo, che don Bosco ha sviluppato insieme con la comunità educativa di Valdocco, poggia sopra tre colonne: ‘ragione, amorevolezza, religione’. Di questi tre la fede era per don Bosco la dimensione più importante e veramente costitutiva del suo sistema educativo.
A modo di concludere, sottolineo che la preoccupazione di favorire il percorso di fede delle nuove generazioni interpella a ripensare le modalità di vivere e proporre l’esperienza di fede riscoprendo l’essenza dell’esperienza di fede sempre contrassegnata dalla realtà esistenziale dei singoli e delle comunità; e spinge a riscoprire l’identità comunionale e missionaria della Chiesa.
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One of the essential pillars in the Salesian education project is religion (religione) beside — or rather along with — ‘amorevolezza’ and ‘ragione’. With Don Bosco the Christian faith lies indeed at the foundation for his choice for young people, paying special attention to the vulnerable ones amongst them. His Christian faith as the anchoring of his educational interests was for him self-explanatory.
Questo studio esplora il ruolo centrale della religione nell’educazione secondo don Bosco, evidenziando la sua importanza storica e metodologica. Nel contesto culturale in cui operava, la religione era considerata essenziale per la moralità individuale e sociale.
There are two well-known perspectives in talking about the pedagogy of Don Bosco: on the one hand, the binary idea of a repressive versus a preventive system and, on the other, the triple concept of ‘kindness, reason, religion’ (amorevolezza, ragione, religione).
Don Bosco e generalmente anche i suoi prossimi collaboratori hanno cercato di applicare consapevolmente e fedelmente il sistema preventivo nell’educazione. Esso richiede l’assistenza costruttiva ed anche ‘impeditiva’ (preveniente per mezzo di misure impeditive) come pure la ragione(volezza), la pratica religiosa, i rapporti amichevoli e benevoli.
La relazione educativa nel sistema preventivo è elemento di sintesi di tutto il processo educativo. Essa non è certamente l’elemento esaustivo del sistema, ma è condizione di attuazione del metodo e suo peculiare percorso metodologico. La relazione configurandosi nei percorsi della ragione, religione, amorevolezza garantisce l’unitarietà e l’efficacia del metodo.
Il sistema preventivo di Don Bosco, delineato nel suo opuscolo del 1877, si fonda sui tre principi di ragione, religione e amorevolezza, offrendo una visione integrata e umanistica dell’educazione giovanile. La “ragione”, per Don Bosco, è un concetto radicato nelle concezioni preilluministe di pensatori come Charles Rollin e Ludovico Antonio Muratori, piuttosto che nelle idee positiviste del XIX secolo. Questo approccio valorizza la ragione come qualità morale e virtù, un’espressione di una personalità libera e ben formata.
L’intervento di Michele Pellerey esplora il ruolo della ragione nel processo educativo ispirato da don Bosco, integrandolo con la religione e l’amorevolezza, e affrontando le sfide del laicismo contemporaneo. Nella prima parte, Pellerey analizza le radici storiche del laicismo, evidenziando l’influenza della razionalità logico-analitica emersa nel XVII secolo con Galileo e Cartesio, e sviluppatasi durante l’Illuminismo.
Il tema della “laicità” in Europa è oggi al centro di un dibattito complesso che coinvolge molteplici fattori sociali e culturali, alimentando la percezione di una crisi morale e spirituale. Tra i principali elementi di tensione si trovano: l’adozione di legislazioni contrarie ai valori cristiani, la secolarizzazione come ideologia dominante, il rifiuto del ruolo pubblico della religione, il multiculturalismo crescente, la difficoltà di gestione dei rapporti tra Stato e Chiesa, l’esclusione delle radici cristiane dall’identità europea, e l’aggressività del radicalismo islamico.
Il sistema educativo di don Bosco, di fatto, a partire dagli anni ’50 del Novecento, è stato studiato e descritto non sulla linea delle idee e delle “dottrine” pedagogiche, ma collocandolo nel suo contesto culturale, religioso e sociale, mettendo in relazione idee e fatti, quadri mentali e scelte operative.
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