Don Albert Druart ha proposto un’approfondimento sull’identità del Cooperatore Salesiano studiata negli atti dei congressi mondiali della fine del secolo scorso e dell’inizio del nostro.
Don Albert Druart ha proposto un’approfondimento sull’identità del Cooperatore Salesiano studiata negli atti dei congressi mondiali della fine del secolo scorso e dell’inizio del nostro.
Il sesto colloquio internazionale sulla vita salesiana si è tenuto a Friburgo, in Svizzera, dal 26 al 29 agosto 1974, sul tema: Il cooperatore nella società contemporanea. È stato la naturale continuazione del colloquio svoltosi nel 1973 a Lussemburgo riguardante La Famiglia salesiana e ha preparato, a breve scadenza, il centenario dell’associazione dei Cooperatori salesiani.
P. Robert Schiélé, di Parigi, ha presentato un modello possibile di organizzazione, illustrando « i Gruppi di Vita Evangelica in Francia ».
Don Egidio Viganò, consigliere generale della Società salesiana (dopo essere stato professore di teologia e ispettore del Cile), ha parlato con competenza dell’autorità nell’ambito della comunità.
Don Alfonso Ruocco, che era stato segretario della sottocommissione sulla vita fraterna e apostolica al Capitolo Generale Speciale, era senza dubbio il più atto a parlare della « comunità salesiana locale al capitolo generale del 1971 ».
P. Giorgio Gozzelino, teologo dell’Ateneo salesiano di Torino, si è proposto di mostrare che il « dialogo » è un valore della tradizione salesiana, che sia per Don Bosco sia per i nostri contemporanei costituisce uno strumento di promozione che sarebbe un errore non valorizzare al massimo.
P. Mario Midali, professore di ecclesiologia all’Ateneo salesiano di Roma, si è proposto di fare un pò di luce sullo scottante problema del « carisma » proprio della congregazione (o della famiglia) dei discepoli di Don Bosco.
Che cos’è che distingue i salesiani dagli altri gruppi religiosi nella Chiesa: una specificità caratterizzata da ciò che essi sono o da ciò che essi fanno? La loro azione riguarda innanzitutto la comune santità, come sembra sottolineare il primo articolo delle costituzioni attualmente in vigore, oppure riguarda prima di tutto l’evangelizzazione del mondo dei giovani?
Abbiamo voluto raccogliere e classificare alcune concezioni della funzione salesiana nella Chiesa, tali quali furono vissute o trasmesse da quasi centodieci anni.
P. Otto Wansch, filosofo di professione, era stato invitato a chiarire certe parole-chiave dei dibattiti attuali sulla missione: funzione, istituzione, spirito, come pure le realtà sottese da esse. Ha adempiuto il suo compito con un bel vigore astratto. Esso forse dispiacerà a qualche spirito diffidente riguardo a ciò che sa di logomachia. Essi potranno passare subito ad esposizioni di lettura meno ardua.
« Alla vista di que’ belli lavori che la grazia divina compieva in quell’anima innocente, ho più volte detto tra me : “ ecco un giovinetto di ottime speranze ” ».
Continue reading “Ceslao Pera – La santità raggiunta dal Savio”
A questo proposito, per quanto riguarda l’Africa e più precisamente sulla presenza di S. Giovanni Bosco alla nascita della Chiesa nell’Africa centrale, in diverse occasioni delle notizie sono venute alla luce, come per es. nel su citato studio di don Favale (p. 910-911). Ma sporadicamente; per cui non si è potuto cogliere, evidenziare e pregiare il significato e il valore di tale presenza.
La preziosità del deposito richiama la fedeltà alla sua trasmissione. Essa non consiste nel conservare le ceneri, ma nell’alimentare la fiamma. Il carisma di don Bosco è stato affidato ai suoi figli «non solo come sacro deposito da custodire gelosamente, ma anche come fecondissimo germe da coltivare fedelmente».
Continue reading “Antonio M. Javierre Ortas – Don Bosco: un magistero che non tramonta”
La presente nota, pur mantenendosi attenta ad offrire soltanto la chiave di lettura delle singole formule, si è sviluppata a guisa di gioiosa meditazione del mistero eucaristico come appare presentato nel “Proprio liturgico dei santi” salesiano.
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