L’accompagnamento spirituale può essere inteso come un servizio d’ascolto e come una relazione d’aiuto che ha lo scopo di orientare ai valori, aiutare l’accompagnato a fare ordine nella propria mente e nella propria esperienza di vita.
L’accompagnamento spirituale può essere inteso come un servizio d’ascolto e come una relazione d’aiuto che ha lo scopo di orientare ai valori, aiutare l’accompagnato a fare ordine nella propria mente e nella propria esperienza di vita.
Il tema ci rimanda al passato, all’insegnamento e alla prassi dei fondatori, ma anche al futuro, in quanto l’istituto si è ormai impegnato in un nuovo progetto formativo che coinvolgerà ogni FMA. Interpella però il nostro presente, come presa di coscienza morale e di impegno spirituale, come responsabilità storica.
Salesiano, compositore di canti per la liturgia e la preghiera, don Domenico Machetta, da venticinque anni responsabile con suor Luisa Salice della Fraternità di Nazareth, svolge un ministero di formazione cristiana dei giovani e delle famiglie attraverso la lectio divina, la direzione spirituale e la preghiera.
Gli educatori e quanti hanno esperienza nella formazione di preadolescenti e giovani, sanno di quanto impegno interiore e slancio sincero essi siano capaci. Anche oggi, nonostante le dissipazioni e il frastuono mediático, nonostante i guasti psicologici indotti da disagi familiari e sociali e da esperienze precoci, i nostri ragazzi sono in grado di percepire l’appello interiore del Signore e il desiderio profondo di perfezione cristiana.
L’attuale crescente interesse per la direzione spirituale, ha prodotto una vasta fioritura di libri e di articoli, con sensibilità e accentuazioni variegate, a seconda della prospettiva in cui si collocano i vari autori. Accanto alla prospettiva “classica”, oggi ci pare che emergano due approcci significativi al tema della direzione spirituale. Il primo privilegia un’attenzione storica, mentre il secondo è orientato a riflettere sul vissuto attuale, a beneficio di coloro che si sentono chiamati a questo ministero.
L’idea di “accompagnamento ” nella Sacra Scrittura è presente ovunque. È presente nella chiamata ad esistere, è presente nella chiamata ad un progetto in vista di una missione. Ma questa nozione è sempre legata alla fede di un Dio che parla e interagisce con l’uomo o con
l’intero popolo. Dio si manifesta ad Abramo e, dopo che questi ha riconosciuto colui che Io chiama ad esistere, lo accompagna fino a stabilire un’alleanza in vista di un progetto-missione.
Sono ancora di grande attualità le parole che la Redemptoris missio diceva descrivendo il nostro tempo: «Il nostro tempo è drammatico e insieme affascinante. Mentre da un lato gli uomini sembrano rincorrere la prosperità materiale e immergersi sempre più nel materialismo consumistico, dall’altro si manifestano l’angosciosa ricerca di significato, il bisogno di interiorità, il desiderio di apprendere nuove forme e modi di concentrazione e di preghiera. Non solo nelle culture impregnate di religiosità, ma anche nelle società secolarizzate è ricercata la dimensione spirituale della vita come antidoto alla disumanizzazione.
Continue reading “Jesús Manuel García – Educare i desideri dei giovani per trovare Dio”
È lecito affrontare il tema della preghiera da un punto di vista psicoanalitico? Quale può essere il senso e l’utilità di questo approccio ai fini della vita spirituale? Abbiamo indagato questi problemi con l’aiuto di due saggi di Vittorio Luigi Castellazzi, sacerdote, psicologo clinico, psicoterapeuta e professore nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana.
«Non so dire nulla del suo metodo di orazione … posso però dedurre che era molto avanti nell’intimità con Dio»; «…si vedeva che la meditazione non era limitata al tempo stabilito dalla Regola, ma che continuava a lavorare nel suo spirito».
Il tema della preghiera in don Bosco potrebbe essere indagato percorrendo strade diverse: don Ceria si è domandato: Quando e come pregava don Bosco? Altri hanno tentato di ricostruirne
la “dottrina”, di ordinare i contenuti dei suoi interventi in uno schema teologico. Pietro Stella, applicando un procedimento storico-critico, ha collocato don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Sarebbe possibile anche studiarne l’eredità spirituale, vagliando sfumature e accentuazioni particolari dei vari servi di Dio e beati della Famiglia salesiana, alla ricerca di tratti comuni. Ognuno di questi itinerari ha le sue giustificazioni e i suoi vantaggi.
Intendo proporre una riflessione sulla preghiera osservata con gli occhi penetranti di alcuni grandi maestri dello spirito e accostata attraverso la sensibilità di pastori che, a motivo della loro chiamata, hanno qualcosa da dire a noi oggi.
Continue reading “Fabio Attard – Pregare significa credere. Le sfide, le esperienze, le proposte”
In un libro, uscito nel 1993 (Catechesi e cultura contemporanea. L’insegnamento della fede in un mondo secolarizzato), Joseph Gevaert si diceva molto preoccupato e reagiva contro alcune tendenze presenti nella catechesi e nella pastorale, che riducono il cristianesimo ad una specie di nobile etica e vedono Gesù Cristo quasi unicamente sotto il profilo del servizio verso il prossimo, dimenticando totalmente il suo prioritario rapporto con Dio.
Due eventi di diversa portata agli inizi e verso la fine dell’esperienza educativa di don Bosco illuminano alcune fondamentali valenze della sua proposta «preventiva»: assistenziale, pedagogica, sociale. Il primo risale agli anni ‘50 e viene rievocato da uno dei primi «oratoriani», Giuseppe Brosio (1829-1883)1, che verso il 1880 rilascia una testimonianza su una contestazione avvenuta all’Oratorio intorno agli anni ‘50. Il secondo evento è legato a certe campagne giornalistiche degli anni 1882-83 che lanciano contro don Bosco l’accusa di «politico» o «politicante» occulto. Don Bosco non respinge del tutto l’addebito; anzi, non esita a sottolineare in più occasioni la finalità e la portata sociale e politica della sua scelta «educazionista».
Il prefiggersi di mostrare quante generazioni di Italiani sono state educate dai salesiani di don Bosco, attraverso lo strumento del “Teatrino”, è impresa ardua, quanto impossibile e non certo adeguata al ristretto spazio concesso a questo studio, che tuttavia vuole essere piuttosto un lavoro redazionale, dal momento che attinge fedelmente alla rivista “Il Teatro dei Giovani – Letture Drammatiche” sotto la direzione di don Marco Bongioanni. Il limite va ricercato, quindi, in un periodo ben preciso (inizi anni ‘50) e ad una fonte ben identificata.
Il documento riporta la statistica del personale salesiano, tra cui chierici, coadiutori, ascritti, aspiranti, distribuito nella varie ispettorie e case.
Continue reading “Archivio Salesiano Centrale – Statistiche salesiane 1951. Il personale salesiano”
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