Pietro Bonardi – “Le domande della Chiesa di Parma nel contesto civile religioso tra ottocento e novecento. Il governo di mons. Francesco Magani (1894-1907) ” in “Parma e Don Carlo Maria Baratta, Salesiano”, Atti del convegno di storia sociale e religiosa, Parma 9, 16, 23 aprile 1999

Nel intervento di Pietro Bonardi all`interno “Parma e Don Carlo Maria Baratta, Salesiano” si ripercorre la storia dell`episcopato di mons. Francesco Magani. Magani è stato alla guida della diocesi di Parma dal 1894 al 1907, dopo mesi dalla sua designazione per difficoltà a ottenere l`exequatur regio. Continue reading “Pietro Bonardi – “Le domande della Chiesa di Parma nel contesto civile religioso tra ottocento e novecento. Il governo di mons. Francesco Magani (1894-1907) ” in “Parma e Don Carlo Maria Baratta, Salesiano”, Atti del convegno di storia sociale e religiosa, Parma 9, 16, 23 aprile 1999″

Antonio Ferreira da Silva – Unità nella diversità. Le viste di Mons. Cagliero in Brasile 1890/1896

Nel 1876, D. Giovanni Cagliero accettava di aprire il Collegio Pio a Villa Colon, nei pressi di Montevideo. A dirigere questo collegio don Bosco inviava il giovane sacerdote Luigi Lasagna, uomo di grandi vedute, intraprendente e che sapeva unire l’obbedienza cosciente e sofferta all’originalità delle idee e alla costanza nel battere sentieri nuovi. 

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Fausto Jimenez – Don Bosco and the cultivation of ecclesiastical and religious vocations in «Don Bosco’s place in history»

The present essay emphasizes Don Bosco’s dedication to promoting vocations, both among men and women. The Saint also dealt with “late” vocations, not only those among young people. For him it was of fundamental importance to find a sufficient number of priests/nuns to meet the needs of the observants.

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Waldemar Witold Żurek – “Le scuole salesiane tra le due guerre mondiali come risposta ai bisogni del popolo in un periodo di significativi cambiamenti sociali e culturali” in “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014”

Nella Polonia, che scomparve nel 1795 dalla carta politica dell’Europa e vi riapparve nel 1918, la Società Salesiana incominciò la sua attività nel 1892 a Miejsce, paese sperduto, nella diocesi di Przemysl, della regione Galizia, all’epoca politicamente appartenente all’impero Austro-Ungarico. A fondarla fu uno dei primi salesiani polacchi don Bronisiaw Markiewicz, che per motivi di forti contrasti con i Superiori di Torino, inerenti all’interpretazione e all’applicazione nella prassi del carisma salesiano in un altro contesto sociale e culturale, decise di fondare una propria congregazione religiosa, rifacendosi allo spirito originario di don Bosco, e lasciò i salesiani nel 18973.

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Jesús Manuel García – Educare i desideri dei giovani per trovare Dio in “Quaderni di Spiritualità salesiana, 1”

Sono ancora di grande attualità le parole che la Redemptoris missio diceva descrivendo il nostro tempo: «Il nostro tempo è drammatico e insieme affascinante. Mentre da un lato gli uomini sembrano rincorrere la prosperità materiale e immergersi sempre più nel materialismo consumistico, dall’altro si manifestano l’angosciosa ricerca di significato, il bisogno di interiorità, il desiderio di apprendere nuove forme e modi di concentrazione e di preghiera. Non solo nelle culture impregnate di religiosità, ma anche nelle società secolarizzate è ricercata la dimensione spirituale della vita come antidoto alla disumanizzazione.

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José Manuel Prellezo – La “Vita” di Domenico Savio scritta da don Bosco nella storiografia salesiana (1859-1954). Domenico Savio raccontato da don Bosco: riflessioni sulla Vita. Atti del Simposio

Il titolo del presente contributo ritaglia un settore o aspetto del vasto e interessante tema generale suggerito dagli organizzatori del nostro Simposio di studio, che certamente meriterebbe di essere esplorato in tutti i suoi aspetti. Esso recitava: “La Vita di Domenico Savio scritta da don Bosco nella tradizione e nella pubblicistica salesiana”. Il termine storiografia è inteso qui in un senso piuttosto ampio.

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Silvano Oni – Salesiani e l’educazione dei giovani durante il periodo del fascismo

Gli anni che la storiografia italiana, a proposito della propria storia nazionale,
denomina come Età fascista, sono anni particolarmente difficili per quanto riguarda
la situazione politica, caratterizzata in Italia dal totalitarismo imposto da Mussolini,
con tutte le gravi conseguenze che ne sono derivate. Ma si possono, senza dubbio,
intendere come particolarmente difficili anche per quel che riguarda il tema che più
direttamente desidero affrontare: l’educazione dei giovani. In pochi momenti della
sua storia, infatti, la Chiesa è stata sfidata in modo così risoluto sul campo dell’educazione
dei giovani come è avvenuto, in questi anni, da parte del regime fascista: con
un progetto di uomo nuovo alternativo a quello cristiano, con un’organizzazione per
fascia d’età che entrava in diretta concorrenza con le organizzazioni ecclesiali, con
una disponibilità di mezzi e strutture che era decisamente superiore a quella di cui
il mondo ecclesiale in generale, e salesiano in particolare, potevano disporre, con la
pretesa, infine, di riservare l’educazione giovanile alla propria esclusiva competenza.

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Pietro Braido – Compiti e responsabilità della scuola secondo Antonio Rosmini

In questo breve articolo viene presentata la concezione personalistica e integrale della scuola secondo Antonio Rosmini . Fini, orientamenti e metodi devono tener conto dell’integrità personale dell’alunno, che non è puro spirito né sola individualità fisica, ma unità sostanziale di spirito e di corpo, « un oggetto animale, intellettivo e volitivo.

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Pietro Braido – L’anima dell’educatore

In questa breve introduzione della rivista «Orientamenti Pedagogici» si delinea una caratteristica fondamentale e costitutiva dell’«anima» dell’educatore. Anche il pedagogista ed educatore, Kerschensteiner, lo pone in primo piano, primo nell’ordine logico e nell’ordine ontologico tra tutti i caratteri accennati, quale condizione di tutti gli altri, e cioè la dedizione agli alunni, quella che Don Bosco chiamerebbe la «consacrazione» ai giovani («il direttore deve essere tutto consacrato a’ suoi educandi).

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Pietro Braido – Educare è una «missione»

Nella scorsa primavera la Casa editrice «La Scuola» di Brescia ha celebrato il cinquantenario della sua fondazione avvenuta nell’aprile-maggio 1904. Come noto, il sorgere della Soc. An. «La Scuola» è legato ai nomi più illustri del pugnace e fattivo Cattolicesimo bresciano, tra cui emergono le forti personalità di Giuseppe Tovini e di Mons. Angelo Zammarchi, e si riallaccia allo sviluppo e all’azione della «Società della Gioventù Cattolica Italiana» (1868) e dell’«Opera dei Congressi» (sciolta nel 1904). È precisamente dalla III Sezione «Istruzione ed Educazione» dell’Opera dei Congressi che scaturirono iniziative e vigorosi interventi in favore della libertà
della scuola e dell’insegnamento religioso nelle scuole.

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Pietro Braido – Ludwig Auer, artefice di una pedagogia viva

L’ edifìcio dell’educazione non si eleva soltanto in forza di piani e progetti, ma è opera soprattutto di apostoli e realizzatori. Ogni grande costruttore, tuttavia, non può prescindere
dalle idee e dai piani. Educatore ideale è chi sa fondere più intimamente la luminosità e la chiarezza degli obiettivi con la praticità e la concretezza delle realizzazioni.

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Pietro Braido – Collaborazione

Un amico, facendoci giungere dalla Spagna le sue felicitazioni per la pubblicazione di «Orientamenti pedagogici », aggiungeva: « mi sembra dovere di ogni educatore o amico dell’educazione collaborare in qualche modo in questa nobile e necessaria impresa dell’orientare educatori ed educandi nell’immenso mare e nell’infinito spazio che è il “problema dei giovani”.

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