P. Vittorio Gambino ha ricordato ai discepoli di Don Bosco e di Francesco di Sales — due « umanisti » — che essi devono sviluppare tutto l’uomo e che la loro missione presso i giovani, quindi, ha anche una dimensione politica.
P. Vittorio Gambino ha ricordato ai discepoli di Don Bosco e di Francesco di Sales — due « umanisti » — che essi devono sviluppare tutto l’uomo e che la loro missione presso i giovani, quindi, ha anche una dimensione politica.
P. Michel Mouillard, direttore del Centro salesiano mondiale della pastorale giovanile, ha espresso i valori propri dell’educatore salesiano, quale sembrano desiderare i giovani da lui conosciuti in Europa ed in America.
P. Hubert Lecomte comunica le sue riflessioni di sociologo sulla « gioventù povera ed abbandonata », che i salesiani non hanno mai cessato di considerare il campo preferito della loro azione apostolica.
P. Rosalio Castillo, consigliere generale di nazionalità venezuelana, ha descritto come i salesiani hanno svolto la loro attività in America Latina.
L’autore di queste righe ha voluto dire come i salesiani si erano comportati con la gioventù del XIX secolo.
P. José Luis Pérez ha riportato come vedeva la gioventù della seconda metà del xx secolo, mettendo a profitto la sua esperienza di apostolo nella regione di Bilbao e le sue letture sulle nuove generazioni nel mondo.
Questo colloquio del 1970 sul servizio salesiano ai giovani era stato richiesto dal colloquio del 1969 sulla missione salesiana nella Chiesa. L’assemblea di Benediktbeuern (Baviera) ci aveva lasciati con fame. La teoria scarna doveva essere tradotta in termini concreti. Soprattutto, nella maggior parte delle comunicazioni, non si era propriamente trattato della gioventù, della gioventù povera, di cui spesso i salesiani hanno la passione. Bisognava quindi proseguire: l’assemblea di Barcellona non parlerebbe se non di questa forma di apostolato salesiano.
Indice:
Infine, P. Joseph Aubry ha collocato la missione salesiana nella Chiesa sgorgata dal Vaticano II. Certe sue conclusioni meritano un’attenzione particolare. Egli chiede, per esempio, ai salesiani se non è necessario concentrare i loro sforzi sulla sola gioventù, e sulla gioventù povera, con certa priorità per i paesi in via di sviluppo.
P. Mario Midali, professore di ecclesiologia all’Ateneo salesiano di Roma, si è proposto di fare un pò di luce sullo scottante problema del « carisma » proprio della congregazione (o della famiglia) dei discepoli di Don Bosco.
Il P. Schoch ha analizzato lo smacco dei religiosi impegnati, talvolta da molto tempo, nella educazione salesiana, e che, in questi ultimi anni, hanno visto crollare in qualche modo la loro ragione d’essere sociale.
Che cos’è che distingue i salesiani dagli altri gruppi religiosi nella Chiesa: una specificità caratterizzata da ciò che essi sono o da ciò che essi fanno? La loro azione riguarda innanzitutto la comune santità, come sembra sottolineare il primo articolo delle costituzioni attualmente in vigore, oppure riguarda prima di tutto l’evangelizzazione del mondo dei giovani?
Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.